Audizione del 14 gennaio ’20

XII Commissione Affari Sociali


L’intervento assistito con gli animali in emodialisi

In qualità di Psicologo e rappresentante dei centri di emodialisi della Kidney srl, diretti dal dott. Giovanni Capuano, sono portatore dell’esperienza vissuta degli interventi assistiti con gli animali in contesti sanitari, ed in particolare di quelli svolti durante il trattamento emodialitico.

I centri di emodialisi della Kidney srl sono presenti nel territorio di Napoli e provincia dal 1978 e ad oggi hanno in carico circa 160 pazienti che effettuano trattamento emodialitico per almeno tre volte a settimana con una durata, ogni singola seduta, di circa 4 ore.

Le nostre ricerche hanno colto un’azione congiunta della malattia e del trattamento nell’area costituente i sentimenti, nella sfera timica.

In merito proprio alle nostre ricerche pubblicate[i][ii] ed agli interventi intrapresi il Maestro Lorenzo Calvi dice: «[…] il centro di dialisi mi si discopre come luogo dove si toccano cose e dove si colgono immagini eidetiche, dove si prolunga la vita e dove si costituiscono (nel senso di Husserl) forme di vita inusitate e pregnanti. Un luogo dove si parla, si discute, s’impara. Non tanto un centro clinico, quanto una stoà “[…] fin che scende la sera” (Il messaggio dell’imperatore, Kafka)» (2016, 11).

In questa stoà noi della Kidney ci stiamo impegnando per incidere sulle condizioni di possibilità del malessere, per renderle quanto meno poco insidiose, e quindi agire nel tempo del trattamento con interventi attivi ed attivanti; in questo scenario avviene l’incontro con la Pet Therapy.

Come anche espresso dall’Onorevole Siani, Pet Therapy significa letteralmente terapia dell’animale da affezione. In effetti per incidere sulle variazioni timiche del paziente in emodialisi la via affettiva è quella più indicata, tenendo conto però del veicolo infettivo che l’introduzione di un animale in un contesto clinico può determinare.

La normativa vigente in materia di interventi assistiti con gli animali è stata descritta dagli Onorevoli Siani e Sarli; noi come centro sanitario ci siamo rivolti al CRIUV (Centro di Riferimento Regionale per l’Igiene Urbana Veterinaria) della Regione Campania, diretto dal dott. Vincenzo Caputo, che ci ha guidati mettendoci in contatto con la Cattedra di Zooterapia del Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II, della prof.ssa Lucia Francesca Menna.

Ci siamo rivolti ad un’istituzione debitamente normata a cui abbiamo posto le nostre esigenze, perché sin da subito ci siamo posti il problema che l’intervento assistito con gli animali doveva essere svolto con la conduzione non solo di persone talentuose ma soprattutto formate e con competenze tali da potersi interfacciare con il mondo dei pazienti sia di tipo medico che psicologico.

L’animale in sé è portatore di potenzialità affettive ma solo se opportunamente guidato può divenire efficace e terapeutico, perché chi lo conduce deve sapersi interfacciare sia con l’animale che con le persone, deve cogliere i segnali relazionali che innescano i meccanismi incisivi sulle variazioni timiche, altrimenti si possono innescare solo dinamiche stressanti per l’animale che di riflesso divengono controproducenti per le persone assistite. Inoltre, chi conduce deve conoscere e prevenire qualsiasi veicolazione di infezioni sia sull’asse uomo-animale che su quello animale-uomo. A questo punto l’unica figura professionale che può garantire queste competenze è il medico veterinario.

La nostra esperienza ci ha portati ad interfacciarci con i colleghi medici veterinari, con i quali il dialogo è stato facilitato dal comune linguaggio e conoscenze acquisite nei rispettivi percorsi formativi.

Nei nostri centri di emodialisi dal 2018, durante il trattamento emodialitico, viene svolto anche l’intervento assistito con i cani, in ogni turno ogni 15 giorni. Questi sono stati pianificati tenendo conto del particolare setting e con la volontà di stimolare in maniera attiva la sfera timica.

I nostri pazienti manifestano macroscopicamente entusiasmo con i loro sorrisi, anche quei pazienti per i quali inizialmente la cosa appariva strana e quelli che ostentavano difficoltà relazionali con il mondo animale. Da un punto di vista clinico abbiamo documentato una relativa diminuzione del calo pressorio, tipico nei pazienti in trattamento emodialitico sul finire della seduta dialitica.

La cosa che però dona maggiore entusiasmo a noi operatori è quella del dato microscopico; stiamo monitorando dal 2018, collaborando con l’Università Federico II, i livelli di cortisolo, ossitocina e serotonina, prima e dopo il trattamento e li stiamo confrontando con i valori relativi a quando non veniva effettuata la Pet Therapy.

I risultati parziali, cosi come riportati sulla rivista scientifica Animals[iii], sono confortanti anche se meritano ulteriori approfondimenti. Abbiamo rilevato modificazioni dei livelli di ossitocina e serotonina studiati, il che ci lascia ipotizzare che l’intervento assistito con gli animali, in queste particolari condizioni e nelle situazioni create e pianificate in maniera attenta e costante, è di fatto una Terapia Assistita con gli animali che agisce in maniera efficace sulle perturbazioni timiche andando a minare in maniera consistente le condizioni di possibilità che lasciano manifestare il malessere.

Questa esperienza vissuta a contatto con gli interventi assistiti con gli animali, mostra quanto sia utile per i fini a cui sono preposti, la necessità di operatori che intervengono nel processo non solo con un’adeguata professionalità ma soprattutto che sappiano lavorare in equipe. I colleghi medici veterinari con i loro cani, debitamente formati, si sono dimostrati i partner ideali nel complesso processo che la cura esige. Lo stare in sala dialisi nel mentre si effettua l’intervento assistito con il cane è come ritornare in contatto con la parte più primitiva di sé, quella in cui tutto è possibile; la coppia medico veterinario e cane apre un varco nell’intimità sensibile e vulnerabile di chi è intenzionato che può far volgere verso un possibile riadattamento al mondo. Quindi, così come non è possibile che tutti possano effettuare tagli chirurgici, allo stesso modo non è pensabile un improvvisato operatore che possa aprire varchi senza le opportune competenze.


[i] Ceparano, G., Quartiere Kidney – Per una psicologia dell’incontro in emo-dialisi. Edizioni Universitarie Romane, Roma 2016.

[ii] Ceparano, G.; Rossano, R.; Capuano, G.; Genualdo, R.; Apicella, L. Visione antropoanalitica del soggetto-paziente in emodialisi: il sentimento dis-metabolizzante. Giornale Italiano di Nefrologia – Settembre Ottobre 2018 Anno 35 Vol.S72, 11.

[iii] Menna, L.F.; Santaniello, A.; Amato, A.; Ceparano, G.; Di Maggio, A.; Sansone, M.; Formisano, P.; Cimmino, I.; Perruolo, G.; Fioretti, A. Changes of Oxytocin and Serotonin Values in Dialysis Patients after Animal Assisted Activities (AAAs) with a Dog—A Preliminary Study. Animals 2019, 9, 526.

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